
Ripensami tra 20 anni ripensami
[D] Supponga, Lord Russell, che questo film sarà visto dai nostri discendenti—come i manoscritti del mar Morto—tra 1000 anni.
Cosa crede che varrebbe la pena comunicare a quelle generazioni, riguardo alla vita come lei l’ha vissuta, e a ciò che da essa ha imparato?
[R] Desidero dire due cose. Una riguarda l’attività dell’intelletto, l’altra è di ordine morale.
La prima cosa che vorrei dir loro, è la seguente. Studiando un argomento qualsiasi, o esaminando una filosofia qualsiasi,
chiedetevi solo:” Quali sono i fatti?”. E:” Qual è la verità che i fatti confermano?” Non lasciatevi sviare né da ciò che vorreste credere,
né da ciò che, secondo voi, produrrebbe effetti sociali benefici, se fosse creduto. Ma prestate attenzione solo e soltanto ai fatti.
La cosa morale che vorrei dir loro è molto semplice. L’amore è saggio, l’odio è insensato. In questo mondo, che sta diventando
sempre più strettamente interconnesso, abbiamo il dovere di imparare a tollerarci l’un l’altro. Di imparare a tollerare il fatto
che alcune persone dicono cose che non condividiamo. Possiamo vivere insieme solo in questo modo.
Se vogliamo vivere insieme, e non morire insieme. Dobbiamo apprendere una forma di benevolenza e di tolleranza
che è assolutamente essenziale al proseguimento della vita umana su questo pianeta.
Face to face, dall’intervista di John Freeman a Bertrand Russell, 1959
Questo progetto non terminerà presto.
Dovremo attendere 20 anni perché arrivi a compiersi.
Il passaggio da cui iniziare è quello che la nostra civiltà sta attraversando da alcuni anni: un passaggio pesante, che riguarda il nostro modo
di percepire il presente, ma soprattutto il futuro. La nostra epoca, infatti, sembra essersi spostata da una fiducia smisurata a una altrettanto grande insicurezza e paura rispetto al domani. L’uomo, che un tempo dava l’impressione di sentirsi come il costruttore sicuro della propria storia, oggi sembra provare solitudine e impotenza rispetto a questa stessa storia.
In questi giorni così precipitosamente violenti tremiamo, ma proviamo a ritrovarci: alcuni si sentono spaesati, molto spaventati; altri pensano che un pessimismo così diffuso sia esagerato, almeno quanto l’ottimismo di ieri; altri si arrabbiano; altri ancora preferiscono pensare ad altro...
Tra tutti, emergono delicate e chiare alcune voci, quelle di chi sente forte il bisogno di prendersi cura del presente e si chiede:
Come saremo tra qualche anno? Come vogliamo essere? Cosa possiamo fare?
Cercando risposte, rivolgo le stesse domande a chi in quel futuro avrà un ruolo centrale: i bambini e gli adolescenti.
Così è nata Ripensami tra 20 anni ripensami, una ricerca dedicata a loro ma anche agli adulti e all’importanza di interrogarci su noi stessi, sulle nostre possibilità, sulla società in cui viviamo e sull’importanza delle nostre relazioni.
Attraverso pratiche di riscaldamento ludico-riflessive, lezioni partecipate di storia dell’arte e dibattiti, giorno dopo giorno, vengono stimolati e poi raccolti pensieri, emozioni e desideri dei bambini-ragazzi. Queste pratiche servono da preparazione alla parte centrale del progetto: la costruzione
di un libro. Il libro, uno per ogni bambino-ragazzo, può essere aperto in due direzioni opposte: da una parte il 2020, dall'altra il 2040. In ognuna delle due parti, sono custodite le risposte, sotto forma di disegni e testi, alle seguenti domande: Come ti vedi oggi? Come sarai tra 20 anni? Chi sono le persone che ami oggi? E tra 20 anni? Come è la società di oggi? Come sarà tra 20 anni? Cosa vedi oggi dalla tua finestra? E tra 20 anni? Qual è l'invenzione più importante per te oggi? E cosa vorresti fosse realizzato tra 20 anni? Qual è la tua più grande preoccupazione oggi? E quella per il futuro? Qual è il valore più importante oggi? Quale vorresti fosse presente anche tra 20 anni?
A coronamento di tutto, viene compilato un contratto: un impegno scritto e firmato dai bambini-ragazzi, dagli ospiti e da me, a ritrovarci esattamente dopo 20 anni, nello stesso luogo e alla stessa ora, per verificare a ritroso cosa sarà successo delle nostre previsioni.
L’esperienza, infine, viene messa interamente nelle mani dei bambini-ragazzi che la aprono al pubblico. Uno a uno, i visitatori-genitori vengono accompagnati in una visita guidata a tappe durante la quale le giovani guide li accolgono, li aiutano a rilassarsi, gli regalano liste contenenti i loro pensieri, li invitano a consultare i libri (solo dopo aver indossato guanti bianchi) e, infine, gli consegnano il contratto. È a questo punto che vengono raccolti i contatti (numero di telefono, indirizzo o email dei genitori e dei visitatori) che serviranno a rintracciarli tra 20 anni.
Tutti i materiali prodotti vengono poi chiusi in una scatola e consegnati nelle mani della struttura ospitante che si impegna a custodirli per i successivi 20 anni.
Desidero che il progetto si affacci su realtà significative ed esemplari: quello che mi interessa è sondare esperienze e comunità anche molto diverse tra loro.
In particolare, in questo periodo, ho preso contatti e sto lavorando per provare a portarlo in molti luoghi (la lista che segue è in via di costruzione): a Figline Valdarno (Ar), in seno al progetto Vagabondi Efficaci promosso e sostenuto da Fondazione Palazzo Stozzi (Fi) e Con i Bambini (Rm); a Milano, presso l’I.C.S. Ciresola, nell’area di Via Padova e Viale Monza, dove vivono assieme molte comunità con origini differenti; presso il Parco Trotter di Via Padova; presso la Scuola Media Rinascita; presso L’I.C. Galvani a Sesto San Giovanni (MI); presso il Liceo Artistico Statale Bruno Munari di Cremona; presso i gruppi di educazione diffusa di Paolo Mottana in Brianza; la Comunità delle Piagge a Firenze; presso il Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo; presso l'Archivio Nazionale dei diari della Pieve Santo Stefano (Ar), paese distrutto dal fascismo; il Museo dei Bambini, presso il Museo Santa Maria della Scala a Siena; a Pistoia, presso la Comunità degli Elfi; nei paesi intorno a Latina; a Napoli, in contesti di fragilità sociali; a Latronico (PZ) in seno al progetto A cielo Aperto; presso il borgo sperimentale di Vaccarizzo (CZ); a Lampedusa, in seno al progetto internazionale di biblioteche per bambini Ibby; a Donori, un piccolo paese a 30 km da Cagliari; e infine a Kamza (Tirana), in collaborazione con Ata Groupi.
Appuntamenti
14 settembre 2038,16,00, Piazza Crati 6, Roma
A metà settembre 2018, presso Smart polo per l’arte contemporanea a Roma (www.smartroma.org) mi sono confrontata con un gruppo di 12 bambini
(dai 6 ai 12 anni). In un percorso di cinque giorni abbiamo indagato presente e futuro da angolazioni personali e collettive. I risultati sono stati, a parer mio, sorprendenti e intensi. Ci siamo dati appuntamento il 14 settembre 2038, alle 16,00 in Piazza Crati n. 6.
4 settembre 2040, ore 18,00, Piazza dei Macelli, Prato
Le nostre riflessioni sono partite dalla stanchezza e dalla paura di questo periodo.
Non è stato semplice respirare dietro alle mascherine e non vedersi il naso e la bocca e il sorriso e la smorfia e il pensiero.
Però, abbiamo costruito un rifugio e, con tanto impegno, abbiamo provato a coltivare possibilità per il futuro.
Abbiamo aperto le porte e i libri solamente ai genitori, visto il momento.
I libri verranno conservati presso il Centro Internazionale di Documentazione di Arti Visive del Centro Pecci di Prato.
Questa tappa è parte del progetto contro la povertà educativa Vagabondi Efficaci, assieme a Fondazione Palazzo Strozzi e l'Impresa Sociale Con i Bambini.
Credits fotografici: Mouhamed YayeTrahore e Marianna De Rosa.